martedì 18 settembre 2007

Robert Jordan è morto


Dovevo scrivere un altro post, ma poi ho letto questa notizia poco fa su Fantasy Magazine. Mi ha sorpreso, perché ricordavo Robert Jordan come uno scrittore sempre attivo e arzillo, e ricordavo vagamente il problema di cui soffriva (copincollo parte dell'articolo di Fantasy Magazine, sotto, per far capire meglio; per leggere invece l'intero articolo, potete andare qui), una malattia rara che distrugge gli organi.

Nel primo di questi comunicati Jordan spiegava di avere ancora in mente abbastanza storie per altri trent’anni di lavoro, anche se l’obiettivo minimo era finire Memory of Light, dodicesimo e ultimo volume della monumentale saga La Ruota del Tempo. E poi, sottolineava, aveva promesso ad Harriet di trascorrere con lei almeno cinquant’anni, ed essendo arrivato appena alla metà di questo tempo non intendeva assolutamente infrangere la sua parola.
Questo è proprio triste.
Ecco qualche estratto dell'articolo. Il resto, sapete dove leggerlo.

Nel marzo del 2006 era stato lo stesso Jordan a informare i suoi lettori di aver contratto l’amilodosi, una malattia molto rara — ogni anno colpisce circa otto persone su un milione — e praticamente impossibile da curare. Esistono oltre venti tipi di amilodosi diverse, ma tutte hanno in comune il deposito di proteine anomale in vari organi del corpo, fino a danneggiarli in maniera irreparabile.
Il 9 settembre scorso, a oltre un anno distanza da questi primi commenti Wilson, che nel blog si firma “Brother/Cousin” e “4th of 3”, raccontava di aver sentito dire a una convention che la malattia di Jordan si era aggravata, al punto che gli era stata somministrata l’estrema unzione. Precipitatosi al telefono, aveva suscitato l’ilarità dello stesso Robert all’idea della sua prematura dipartita
Una scomparsa, come purtroppo abbiamo visto, erroneamente anticipata solo di qualche giorno.




sabato 8 settembre 2007

Diventare bravi, giovani scrittori. (Parte II)

Ecco la mail inviata a un'aspirante scrittrice. Riassumo un po' tutto quello che un nuovo alla scrittura dovrebbe sapere, secondo me, per evitare certi errori. La ragazza in questione mi ha dato il permesso di pubblicare la mail, io ho preferito omettere il suo nome e l'ho leggermente modificata per esigenze... pedagogiche. :)

Ciao ******,
[...] Ho letto il capitolo (ma il titolo mi dice che non è per intero :P), ed ecco le mie impressioni.

Anzitutto, è evidente che non sei nuovissima alla scrittura, o se così è, mi congratulo per il lessico usato nella narrazione; tutti coloro che cominciano a scrivere, solitamente vengono influenzati per il 70% dal modo di parlare della propria regione, e dal 30% dai luoghi comuni che reputano veri, riguardo alla letteratura - usare termini difficili, usare parole "preconfezionate", abbondare con gli avverbi...
Ma preferisco mostrarti prima ciò che mi sembra vada migliorato.

La punteggiatura, sia dal punto di vista tipografico che dal punto di vista logico, per così dire. Ti faccio un esempio con un estratto del capitolo.

La tua versione: -Allora?Non avete ancora risposto alla domanda mortali!-incalzò il drago.
Quella preferibile: - Allora? Non avete ancora risposto alla domanda, mortali - incalzò il drago.

Che cambia?, dirai tu. Dopo ogni segno di punteggiatura, tipograficamente, ci vuole uno spazio. Dopo ogni virgola, punto, ecc... Basta osservare attentamente la forma fisica di un testo, quando leggi un libro o un testo esteso. Inoltre, come in questo caso, viene spontaneo inserire una virgola tra "domanda" (se leggessi ad alta voce, ti verrebbe di fare una pausa, seppur breve) e il vocativo, "mortali".
Ho notato anche che usi smodatamente i punti esclamativi. Uno è più che sufficiente, e dato che, nella forma scritta, il lettore interpreta il tono di un dialogo dal suo punto di vista personale - a meno che il narratore non lo specifichi -, anche il singolo punto esclamativo può essere omesso. A te la scelta, ovviamente.

Allo stesso modo, i puntini di sospensione sono tre (...), non due, né quattro, ma tre;

Altra cosa: "sapere" (io so, egli sa) e "stare" (io sto qui, egli sta qui) non si accentano, anche se si pronunciano con un tono forte. Si accentano, solitamente, le parole che possono confondersi con altre (esempio: "dare" si accenta sempre, egli , talvolta anche io , ma è solo una chicca, non tutti lo usano, per distinguerlo dal "da" che sta esprimendo un complemento di moto da luogo, o un complemento di provenienza).
Tieni presente che l'accento è la stanghetta sulla lettera, mentre l'apostrofo si trova accanto. Gli imperativi ("fa' questo, ti ho detto!") si apostrofano, tutti (ricorda che "fare" , in terza persona, non si accenta, come avrai capito, così come altre parole). E così via - basta osservare un testo, ripeto, e analizzarlo, per evitare certi errori. Scappano. :)

Rioner [il protagonista del racconto] è maschio, ma ho notato nelle sue azioni degli atteggiamenti da donna. Mi fa piacere che tu abbia un carattere molto femminile, :) ma ogni autore incontra difficoltà nell'incarnare un personaggio dell'altro sesso [l'autrice in questione è, appunto, una ragazza]. Quindi io al posto tuo farei diventare femmina Rioner. Oppure, cambierei alcune cose. Esempio: Rioner si offende col nonno, grida il suo cordoglio e, ottenuta l'ultima parola, esce sbattendo la porta... Beh, mi sembra molto femminile, questo atteggiamento. Un maschio, magari, sarebbe uscito senza dire niente, oppure avrebbe mostrato un tristissimo sorriso eloquente, o ancora, avrebbe imprecato, dato un calcio a una sedia e poi sarebbe uscito imprecando ancora.

Due piccole cose sullo specifico del fantasy. Nel tuo racconto, Rioner è un ragazzo di paese cui attende un futuro da eroe, benché non conosca le sue vere origini... Sarò sincero, è un tema un po' scontato, perché viene usato pressoché ovunque - nel Signore degli anelli, in Star Wars, nello Scudo di Talos di Manfredi, nella Ruota del Tempo di Jordan, nel ciclo di Shannara di Brooks... Come vedi, non è molto originale; ma se molti autori famosi lo hanno usato, perché non dovresti farlo tu? Infatti, poiché parliamo di fantasy, così come in un giallo c'è sempre un omicidio, che è un elemento classico del genere, la stessa cosa vale anche per una parte della trama del tuo racconto. Per quanto quello che abbia scritto possa sembrare un "rimprovero" per un errore, non è così. Quello che ho detto infatti non deve scoraggiarti, anzi: devi essere convinta di poter dare una novità anche rimanendo in un tema classico. L'eccessiva originalità porta alle cozze, se non è gestita in maniera adeguata, e al diavolo il genio sperimentalista. Scrivi ciò che ti dice il cuore. Ma magari prima impara bene la tecnica. :)

L'ultima cosa: il tuo racconto comprende tutte le creature fantasy, ed è una tua scelta [molti giovani autori, giovani al genere e giovani di natura, cadono in questo luogo comune del fantasy]. Può anche andare bene, se riesci a non rendere il racconto una brodaglia fantasy. Tuttavia, in questo caso, com'è disposto il tuo animo al racconto? Il fantasy può essere di più generi, favolistico, eroico, epico, SnS.
Il tuo racconto mi ricorda Stardust, di Gaiman, che è un po' una favola. Ma esiste il fantasy eroico, come quello di Gemmel, che non prevede creature - se non mostri -, ma umani e un po' di magia. Il fantasy epico, a mio parere, è solo quello di Tolkien, ma è pressappoco irraggiungibile. L'SnS (Sword 'n' Sorcery, tradotto - per amor dell'italiano - Spada & Stregoneria) è il fantasy pulp, di bassa qualità. Pieno di luoghi comuni, con umani ed elfi e magie e draghi, ammucchiati senza criterio, ma è un genere molto seguito da, diciamo, «chi si accontenta» - ma anche i peggiori cliché non sono necessariamente negativi, se un buono stile riesce a renderli nuovi. La tecnica incide per la maggior parte dell'opera.
Ora, secondo me dovresti decidere con che animo disporti al racconto, se con serietà o in stile fiabesco, o con entrambi. Per intenderci, prendendo spunto dal tuo racconto, non credo che un Troll sappia articolare parole, e ammesso che ce la faccia, sarebbe un essere orgoglioso e scemo, che preferirebbe morire affrontando una creatura più potente che ubbidirle e ritirarsi con mille scuse. Ma la cosa più importante è che abbia una caratterizzazione (altrimenti, solo leggendo, un troll e, chessò, una fata sarebbero interscambiabili, agli occhi del lettore).

Mi è comunque piaciuta l'atmosfera del brano che mi hai mandato, e anche alcune piccolezze, dettagli all'interno del racconto, che fanno sempre piacere.
Permettimi di consigliarti due cose: leggi dei manuali di scrittura, scrivi racconti brevi, e falli leggere. Il problema è avere un' "audience" sincera (e, meglio ancora, competente). Su Internet, comunque, ci sono forum e simili per poter farsi leggere.
Nel frattempo, leggi quanto puoi, e analizza da ogni punto di vista ciò che leggi. Non tutti possono indicarti in maniera oggettiva i pregi e i difetti della tua opera, anche i più esperti. In realtà, è molto difficile scrivere bene e al contempo piacere a tutti, ma ciò non significa che non si debba comunque provare a migliorarsi continuamente.

venerdì 7 settembre 2007

Diventare bravi, giovani scrittori. (Parte I)


Qualche mese fa mi sono iscritto al forum di un gioco mmorpg online (Metin2). Per gioco e per puro divertimento, ho scritto una sorta di Fan Fiction (rabbrividisco a dirlo) sul gioco, a modo mio, ma senza esagerare, e sinceramente risparmiando volutamente sulla qualità.
Mi sono molto stupito (vabe', non troppo... :P) dei commenti:
Davvero bella,sei molto bravo!!! lettura scorrevole e molto curata.; Davvero molto bella, da continuare... 10 ; wow!! complimenti!! splendido il primo capitolo... 10+ tutto meritato!! Smile ; io continuo a leggere! sei portato per ste cose..bravo! Smile.
Per ovvie ragioni, non continuo.
Questi commenti mi hanno fatto capire una cosa. I lettori della mia modesta storia vi hanno trovato quel qualcosa che desideravano leggere, quel qualcosa che credevano si potesse avere solo al cinema o in televisione o, appunto, nei videogiochi. Non so se quello che dico corrisponde alla realtà, ma di sicuro mi fa piacere.
Molti utenti del forum mi hanno contattato, chiedendomi di leggere qualche brano, di dare consigli. E io con piacere ho risposto e ho elargito commenti personali, da prendere con le pinze.
La domanda implicita, quasi una muta richiesta d'aiuto, era: come diventare bravi scrittori, anche se abbiamo solo (inserire età dai 13 ai 18) anni?
LSD, così si diventa bravi. Leggere, Scrivere, Dedurre. Non c'è molto da fare, bisogna leggere quanto si può, scrivendo si imita lo scrittore preferito e lo si può arricchire con gusti personali. Scrivere troppo, però, non significa scrivere bene; bisogna scrivere massimo tanto quanto leggi (non si vuol mica scrivere un mucchio di schifezze e ripetere gli sbagli all'infinito, no?). E Dedurre. Bisogna, a mio parere, studiare il testo, notare com'è fatto. Dai 5mm di rientro del paragrafo, allo spazio dopo i segni di punteggiatura, ecc...
E ancora, bisogna che qualcuno legga il mucchio di schifezze che hai scritto (io ne ho scritte e forse continuo a scriverne tante) e ti dica chiaramente cosa non va - e qui lo scrittore giovane (e presuntuoso, come me) si offende e giustifica i suoi errori. Sono errori, per gli dèi, impara a non farne e non dare la colpa agli altri! (Si badi: io ci sono passato).
Accettate queste premesse, bisogna rimboccarsi le maniche e impegnarsi. Nella II parte mostrerò una mia mail inviata in risposta a un'aspirante scrittrice, e lì farò notare più o meno tutti i luoghi comuni in cui cadono gli scrittori alle primissime armi, e i rimedi alle più imbarazzanti situazioni grammaticali.

P.S. Una domanda dovrei farla io, ora. Perché venite a chiedere a me come fare a diventare bravi?? XD

mercoledì 5 settembre 2007

Inaugurazione del Rifugio di Taotor


Salve a tutti e benvenuti nel Rifugio di Taotor!
La maggior parte di chi sta ora leggendo questo post è abituata a fare un salto su Taotoria, ma confido che i nuovi visitatori che ultimamente sono giunti a Taotoria - per puro caso e non per pubblicità, ironia della sorte! - sistemino questa pagina tra quelle da avere sott'occhio.
Generalmente non sono prolisso, né coi racconti né nel parlato (sul web). Mi concederò dunque un'eccezione, solo per questa volta, solo per mettere in chiaro alcune cose.
Perché aprire un blog quando ne hai già uno? direte voi. Perché quello che ho ha la forma di un blog, per così dire. Mi è sempre piaciuta l'impostazione dei blog, perché, al contrario dei siti statici, dànno almeno l'impressione di continuo aggiornamento, anche se il sito-blog in questione è il mio. Ancora meglio: dimostrano che l'autore del blog non si è dimenticato del suo rifugio, semmai che si è solo fermato un momento. Inoltre, in un vero blog si scambiano idee velocemente, con ordine, e non si spendono parole inutilmente (nei blog come si deve, ovvio, quelli che frequento e che potete frequentare anche voi cliccando sulla lista dei link, in alto a sinistra).
Di che diamine parli nel tuo sito-blog o che diavolo è? Prima di rispondere, voglio chiarire: il sottotitolo di Taotoria era: "Racconti, Recensioni e Riflessioni di Federico Russo 'Taotor' " (RRR), e ho cercato di restarvi fedele - riuscendo, mi pare. Per quanto riguarda il Rifugio di Taotor dovrei dire "Di Tutto e Di Più" (DTDP :D). Ovvero, tratterò tutto ciò di cui avrò voglia di parlare, qualcosa che minimamente mi riguarda, per renderlo ampio con chi visiterà e commenterà il blog.
E ora che ti aspetti? Beh, lo ammetto, sì, mi aspetto un più che modesto numero di visitatori-commentatori. Posso dire che l'anno scorso ho aperto Taotoria per ficcarci dentro il maggior numero possibile di racconti, e cercare di avere un "indirizzo", per non vagare da un forum all'altro come un vagabondo. All'inizio della mia "carriera da scrittore" sono stato presuntuoso, e si può dire che ho pagato per questo. Così, procedendo umilmente (ma dubito, credo di essere tuttora presuntuoso), ho cercato di ascoltare i consigli e adeguarmi alle esigenze - I've paid my dues / time after time. Arrivato quindi al quarto posto - spostato dal terzo, ma sempre felice e senza rammarico - ad un concorso letterario in Sicilia, mi è sembrato di passare di livello, confermando ciò che pensavo - e nutrendo la mia bella grassa presunzione.
Se Taotoria è il mio ufficio, quindi - quello con la scrivania buona, la lampada in ottone dalla campana verde e il tagliacarte in argento -, il Rifugio rappresenta un salotto - in una cascina sulle montagne, con rozzi tavoli e sedie in legno, le finestre che danno sul paesaggio, e un camino con la legna scoppiettante.