mercoledì 31 agosto 2011

Impressioni | La guerra contro gli Chtorr, di David Gerrold

Vista la fama e le voci e il saggio sulla scrittura di Gerrold, non potevo non leggere La guerra contro gli Chtorr.
Mi aspettavo grandi cose, proprio perché sapevo che si parlava di uno scrittore cazzutissimo, un mostratore, un profeta del futuro ecc.
Ma a essere sinceri non mi ha soddisfatto così tanto.
Il romanzo (d'ora in poi: la Guerra) è il primo di un ciclo di 7 libri, di cui pubblicati 4 fino al '91, il 5° doveva uscire nel luglio di quest'anno (e credo sia uscito).

Breve sinossi taotoriana dell'opera:
C'è un biologo mezzo laureato che viene chiamato dalle forze armate per aiutare il paese a studiare e arrostire gli alieni che hanno decimato quasi tutta la popolazione mondiale con epidemie batteriologiche. Oltre ai virus e a qualche insetto, gli alieni pericolosi sono 'sti Chtorr, dei vermoni giganti assurdi che mangiano le persone e nessuno li conosce perché giustamente chi li vede poi muore. E quindi c'è il mistero. Che sono? Che vogliono? Perché si magnano le persone? Come accopparli?

L'ambientazione è bella. Non bella perché apocalittica, stile fucile, mascherina e deserto radioattivo, ma perché è tutta una derivazione realistica dall'ipotesi: What if una serie di batteri alieni infettasse la popolazione mondiale? What if poi arrivassero dei vermoni giganti?
Il romanzo è narrato in prima persona, per cui eventuali infodump su armi e ambientazione sono giustificati - ovviamente perché narratore e protagonista coincidono.
Il punto debole del romanzo è proprio questo.
Con la scusa della prima persona, Gerrold si protegge col protagonista come scudo, e da dietro racconta la storia di ciò che è successo al mondo in maniera forzata, fuori dagli eventi naturali. La cosa si può fare, perché una persona (narrante) può pensare ciò che vuole ecc., ma ne risente la storia - che rallenta - e la credibilità.
In realtà il romanzo è godibile. Ciò che non mi è piaciuto è l'andamento della storia (e piccoli dettagli stilistici).
Dice Gamberetta riguardo alla Guerra, in questo articolo:

Nota importante: la storia non è finita. Nel progetto originario erano previsti altri tre romanzi, che Gerrold in sedici anni non ha ancora scritto – né è scontato che lo faccia in futuro. [l'articolo risale al 2009; secondo Wikipedia, i libri sono stati terminati, n.d.Taotor.]

La Terra viene invasa dagli alieni, gli Chtorr. Anzi, viene aggredita da un intero ecosistema alieno. Gli Chtorr sono una moltitudine di specie diverse: animali, piante, microbi. Pian piano le creature extraterrestri rimpiazzano gli equivalenti autoctoni, esseri umani compresi.
Il lavoro di Gerrold con gli Chtorr è molto più accurato e scientificamente approfondito rispetto a quello di Westerfeld con i Darwinisti. Gli Chtorr sono parecchie spanne più verosimili delle bestie ingegnerizzate in Leviathan. E sono molto più bizzarri e letali.
Nei vari romanzi del ciclo le scene d’azione sono ottime – sebbene anche qui manchino delle vere e proprie battaglie – e la sensazione di apocalisse imminente è ben resa. I romanzi funzionano meno quando Gerrold imita le lezioni di filosofia di Heinlein senza averne il carisma e la bravura. Rimane poi il grosso problema che dopo quattro libri è tutto in sospeso e non si sa se vinceranno i Terrestri o gli Chtorr. E forse non si saprà mai.

Ecco.
La questione filosofica. Ci sono scene lunghissime di flashback - carine, ma in certi tratti ridicole, a mio avviso - in cui Jim, il protagonista, ricorda le lezioni (infodumposissime) del prof. Whitlaw.
Questo rallenta e non poco.
Poi ci sono i flashback di quando è andato a nascondersi con la famiglia dalle epidemie. E questo è buono.
Ma per il resto, il romanzo è tutto conferenze e ciarle tra miliziani e professoroni. E l'impressione che si ha, durante i lunghi dialoghi di scienziati che illustrano la situazione mondiale, è: ok, ma quando si va avanti co' sta storia?
Nel disegnare uno schema per l'andamento del romanzo, si avrebbero due picchi. All'inizio, il Chtorr arrosto, e alla fine (non vi dico lo spoiler, ma non è granché). In mezzo, una vallata di piattume.
Le idee di Gerrold però sono fighe, soprattutto la biologia degli Chtorr e anche il modo in cui gestisce lo sviluppo post-epidemico del mondo è notevole. Mi dispiace, però, che la storia - almeno, in questo primo libro - si soffermi sull'aspetto dell'ambientazione, e poco sulla sostanza. Perché in sostanza si presume che ci siano conflitti e obiettivi da raggiungere, è il motore della fiction, letteratura, teatro, cinema. Non ho trovato un gran "movimento", però, nel romanzo - che in potenza lascia spazio a possibili storie intriganti.
Senza lode né infamia, insomma.
L'aspetto stilistico che non mi è piaciuto, della Guerra, è che in qualche punto Gerrold trascura i particolari - una cucina o una sala mensa sono solo parole, non vengono dipinte nemmeno un po', a volte è lo stesso per alcuni personaggi, sagome indefinite. Nulla di tremendo, considerando che per il resto lo stile è asciutto e coerente.
L'aspetto psicologico del protagonista è buono, ma Gerrold ci si sofferma troppo e cade nel luogo comune del trauma Padre-che-non-presta-attenzione-ai-figli, e così facendo arriva a far dire cose scontate e imbarazzanti al povero (traumatizzato) Jim in lacrime.
Nota di demerito tutta taotoriana: a un tratto a fare psicoterapia a Jim è... uno psichiatra. Lì ho desiderato la morte di Gerrold e di tutta la setta mafiosa degli psichiatri.

La valutazione di Gamberetta è:
Se devo essere onesta, La Guerra contro gli Chtorr, della quale ho letto solo il primo romanzo, non mi è piaciuta. Anche se più per i temi e la filosofia di fondo che non per via dello stile di scrittura. In compenso questo Worlds of Wonder [saggio di Gerrold sulla scrittura, n.d.Taotor] mi ha molto divertita.
Lei non ha apprezzato i temi, io tutto sommato sì, ma come il più bravo oratore può farla in barba a tutti grazie a una tecnica impeccabile, ritengo Gerrold non sia in grado, e che il suo stile non sia perfetto o, ad ogni modo, riesca a raggiungere lo scopo - avvincere il lettore. La vallata tra i due picchi - iniziale e finale - mi ha annoiato, e quella vallata è durata per tipo il 70% del romanzo. Non l'ho trovata una cosa gradevole, mi è sinceramente dispiaciuto.

Ricapitolando, il romanzo è godibile, soprattutto per lo sfondo politico, economico, sociale ecc., e anche stilisticamente merita. Ma tra un Gerrold stilisticamente bravo che però gestisce a modo suo gli eventi, e un Asimov zoppicante pieno di fantasia, preferisco il secondo (che zoppica solo nei romanzi, non nei racconti brevi), che nonostante tutto illustra bene le sue idee senza ricorrere necessariamente a numerosi monologhi infodumposi, e risulta creativo e più avvincente.

Nota.
Ringrazio Gamberetta. Ho "rubato" l'immagine di copertina della Guerra dal suo post.
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Link utili:

2 commenti:

TuSaiChi ha detto...

Bravo. Ora leggiti T. Pratchett, kthxbai.

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Sto fandolo, prode bIce-skateboarder.

P.S. Trovati un nick o fatti un account google, per gli dèi.