giovedì 20 settembre 2012

Impressioni | Flaming London, di Joe R. Lansdale

Joe R Lansdale Flaming London Londra tra le fiamme steampunkIl seguito di Zeppelin Wests, ma non necessariamente collegato, si può leggere anche a sé.
Per qualche strana ragione, non ho scritto nulla sull'episodio precedente. Devo essermi dimenticato.
Flaming London non l'ho trovato da nessuna parte, né in libreria né su Internet. Però esiste, in italiano, l'ho scoperto da poco, col titolo Londra tra le fiamme. Io l'avrei tradotto Londra in fiamme, visto che il titolo originale è abbastanza immediato e "tra le fiamme" a mio avviso ne smorza l'effetto, anche se per una sola sillaba.
Comunque.
La linea narrativa procede con due POV: il diario di Ned, una foca con un cervello umano e un cappello meccanico, e un generico POV di Mark Twain. Altri personaggi sono Jules Verne e compare anche H. G. Wells.
In effetti, Flaming London è una specie di Guerra dei Mondi.

Ho apprezzato lo stile: dato che la storia tende principalmente all'umorismo, ogni scelta stilistica va considerata secondo quest'ottica. In alcuni punti la narrazione è eccentrica (per esempio, una scena di "corsa", suddivisa in quattro o cinque paragrafi titolati e con uno stile da cronista sportivo - ma non voglio spoilerare). Divertentissime le parti di narrazione del Diario di Ned che, in quanto foca, ci tiene a far sapere le sue opinioni da foca nelle diverse situazioni (per esempio, che gli piace molto il pesce, soprattutto nelle situazioni meno opportune), e la caratterizzazione sommaria degli alieni.
Altro punto a favore di Flaming London è l'uso dei vocaboli. Fa uso di una ristretta gamma di termini (sono soprattutto i verbi, che si ripetono), e questo è difficile da notare nella propria lingua madre, ma risulta lampante in un'altra lingua. Si tratta di una cosa buona: un vocabolario ristretto implica semplicità che implica immediatezza che implica abilità nel comunicare.
A sfavore dell'opera sono invece alcuni aspetti della storia stessa. L'idea, seppur non originale, è accattivante - i marziani che invadono la terra, ma parliamo comunque di un Lansdale che prende storie ottocentesche e le rielabora con del bizzarro o meglio ancora con del nonsense -, ma la vera Londra in fiamme si vede solo verso le ultimissime pagine. Il resto è un po' di cammino senza che succeda granché, qualche sprazzo di avventura qua e là.
Inoltre la storia non ha alcuno snodo particolarmente interessante. Pare che Lansdale si sia solo divertito a mischiare varie storie e personaggi - da qualche parte ho letto che il primo libro, quindi immagino tutto il ciclo, possa essere pensato come un divertissement dell'autore.
Una novella semplice e leggera, insomma, che può interessare soprattutto gli appassionati di letteratura ottocentesca e della pura comicità.
Nonostante l'ambientazione storica e il "pretesto" sci-fi, gli elementi precipui della storia sono l'avventura, la comicità e il miscuglio di personaggi, un po' provenienti da diverse opere e un po' realmente esistiti.
Rispetto alla novella precedente, è un gradino più in basso, ma chi ha apprezzato la prima, non rimarrà deluso da questa seconda parte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I libri di Lansdale non mi convincono, sembrano troppo minkioni e con troppa poca sostanza. Faccio prima a leggermi la Bizarro, no?

Federico Russo "Taotor" ha detto...

Sostanzialmente sì. Ma - non vorrei dire una stronzata - la Bizarro non è necessariamente comica. O almeno, per me Satan Burger aveva sfumature più grottesche che comiche. Però non sono un grande appassionato del genere, quindi potrei farneticare.