martedì 30 ottobre 2012

Impressioni | Anno Dracula, di Kim Newman

Anno dracula kim newman fantasy horror steampunkAnno Dracula è un romanzo di Kim Newman del 1992. Ed è anche una serie - l'immancabile trilogia.
Si tratta di un horror/storia alternativa/thriller, in cui Dracula ha ucciso Van Helsing, ha sposato la regina Vittoria e agisce da despota, instaurando una specie di governo del terrore a partire da Londra, con un'ovvia predilezione verso i non-morti rispetto ai caldi.
Nel romanzo compaiono diversi personaggi di finzione e non solo, come Jack lo Squartatore, il Dr. Jekyll, Oscar Wilde, e così via.
Cosa mi è piaciuto e cosa non mi è piaciuto.

Mi è piaciuta l'ambientazione. Le esecuzioni (talvolta sommarie) per impalamento in piazza rendono bene la situazione, ovvero il contrasto tra una cultura (quella vittoriana, raffinata) e l'altra (quella dell'Europa orientale, col sapore medievale del secolare Vlad Tepes).
Ancora, il vampirismo come trend, che da un lato porta evidenti vantaggi sociali e politici per gli aristocratici e i borghesi, dall'altro invece come pericoloso tentativo di rivincita per la classe disagiata.
Il campo di concentramento di Devil's Dyke è un'altra idea brillante.
Mi è piaciuta anche la gestione della discendenza vampirica, le differenze tra la progenie malata di Vlad Tepes e quella pura di Chandagnac, e la trasmissione dei ricordi e della personalità del padre-di-tenebra (ottima traduzione, questa, a mio avviso).

Non mi è piaciuta principalmente una cosa.
Lo stile. A tratti riesce a emulare la narrazione vittoriana, a tratti la scimmiotta; nel complesso fa cadere le braccia. Avevo cominciato a leggere Anno Dracula in inglese, poi ho trovato la versione italiana e ho ricominciato con questa. Nella versione inglese avevo smesso di leggere nella scena in cui Penny e Beauregard annunciano il loro fidanzamento (notare che Kim Newman per me era una donna, non avevo nemmeno notato il Mr. nella copertina riportata sopra, e nella scena che ho appena citato ho avuto la conforma della genderizzazione della scrittura... che si è poi trasformata in un fail.). L'inizio era promettente, nella prima persona del Dr. Seward, piuttosto dinamico. Poi arriva la terza persona POV e piovono infodump. Non si tratta di informazioni impossibili da comunicare altrimenti. Talvolta invece troviamo l'accoppiata infodump+conferma della nozione appena comunicata attraverso dialoghi e azioni dei personaggi.
In certi punti, poi, nonostante la netta distinzione di POV, indicata con la riga vuota e un nuovo paragrafo, il narratore comunica pensieri e/o intenzioni dei personaggi esterni al POV, così, come nulla fosse.
Le brutture stilistiche si riferiscono inoltre a una vasta gamma di frasi.
Per esempio, le non-azioni, che non hanno motivo di esistere. Talvolta scrivere ciò che non accade, nella narrazione, può essere indispensabile o comunque difficile da modificare in forma affermativa. Altre volte, invece, non ha alcun senso scrivere ciò che non succede, come che "le scale coperte dal tappeto non scricchiolarono." Sticazzi?
Poi ci sono le descrizioni vaghe. Come "Qualcosa si avvicinava, emergendo dall'oscurità", e continuando così a narrare aria fritta, che nel cervello non si traduce in alcuna immagine, visto che ciò che si stava avvicinando non era, appunto, una cosa facilmente immaginabile. E vi do un indizio: non è una carrozza, o un uomo, o un canguro. Quindi magari quel "qualcosa" non ci sta bene, no? Magari sarebbe stato meglio - per esempio - delineare la forma di quel qualcosa, la sagoma dell'ombra o chessoìo.
Altra (esemplificativa) vaghezza da nobel: "John, ancora interdetto, stava armeggiando con un arnese da medico". Un arnese da medico.
Questo mi ricorda Parola di Giobbe, un libro di Giobbe Covatta, in cui c'è la seguente vignetta (e il senso è lo stesso per il fantomatico "arnese da medico" di Newman):
Gli infodump sono proprio nudi e crudi, volgari, irritanti nella loro banalità. In una scena, Geneviève (se non ricordo male era lei, mi sono segnato solo alcune frasi ma non il resto) sta affrontando una creatura cinese molto vecchia, e le parla in mandarino. Quella risponde telepaticamente, e il narratore prontamente ci informa: "Gli antichi non avevano la necessità di parlare."


In conclusione, per gli amanti sbavanti dei vampiri questo romanzo può andare più che bene. Di fatto, però, è scritto male. Ma proprio male. Le idee sono belle, forse le reputo tali perché non sono un fan sfegatato di vampirismo, licantropia e surrogati, ma le ho trovate avvincenti e interessanti.
Purtroppo però le idee finiscono a metà romanzo. Quindi non c'è alcun motivo per continuare a leggere oltre quel punto, e se l'ho fatto è stato solo perché non mi va di scrivere post su romanzi letti a metà o peggio ancora, meno della metà. Poi i miei lettori cosa devono pensare? Che sono pigro? (sì)
Se lo stile fosse stato un tantino migliore, lo avrei letto con maggiore voracità e probabilmente avrei scelto di continuare la serie.
Ma mi fermo con questo e sto bene così.

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