sabato 11 gennaio 2014

Impressioni | L'ultimo degli uomini (Oryx and Crake), di Margaret Atwood

oryx and crake margaret atwoodEro in cerca di romanzi post-apocalittici, e Google me ne ha consigliati alcuni.
Ho scelto questo.
Attenzione: non leggete la trama su Wikipedia (o s'è per questo, la trama di qualsiasi titolo). Per qualche assurda ragione, Wikipedia italiana spoilera le intere opere senza preavviso, invece che farne una sinossi. Dunque, se volete godervi la storia, evitate di leggere fin dalla prima riga di trama da Wikipedia.

L'ultimo degli uomini è una distopia strutturata su due linee temporali: una è quella passata, e viene narrata in continui flashback; l'altra è naturalmente quella "attuale". I personaggi sono, come da titolo, Oryx e Crake, ma il protagonista è Jimmy. Si può dire che la storia interessa in primo luogo questi tre personaggi, e in secondo luogo ciò che avviene nel resto del mondo (che rimane comunque sullo sfondo, rispetto al destino dei tre).
Passo passo, la storia si arricchisce di dettagli e permette di capire come si sia arrivati alla linea temporale attuale.

Il romanzo poteva benissimo essere scritto in prima persona.
Invece è scritto in terza ma con un focus molto stretto sul protagonista, al punto che è un continuo riferire i pensieri e i sentimenti del protagonista - sarebbe stato più facile usare forme dirette più naturali, dato che il POV è continuamente fisso su Jimmy, il protagonista. Oltretutto spesso spuntano indottrinamenti da parte del narratore, relativamente ai prodotti delle ricerche scientifiche sul DNA e in genere della manipolazione genetica (da notare come queste idee si caratterizzino per la loro connotazione "sociale", non tanto sci-fi quanto satira della nostra società con le sue ambizioni estetiche, di perfezione e via discorrendo). Dette dal narratore passano più come infudump, dette dal protagonista invece no, sarebbe diverso. Insomma, una prima persona sarebbe stata la scelta migliore.
Lo stile comunque è molto buono, e favorisce una lettura che, non prevedendo particolari episodi entusiasmanti o colpi di scena fino ad almeno poco più di metà romanzo, garantisce interesse e risulta gradevole. Diverse idee sono molto interessanti, e l'unica vera pecca, per così dire, è il finale.
Ad ogni modo, a L'ultimo degli uomini seguono altri due titoli.
Le trilogie di solito per me sono deludenti e difficilmente proseguo la lettura oltre il primo libro, ma per il ciclo di MaddAdam penso proprio che farò un'eccezione.

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