mercoledì 2 aprile 2014

Impressioni | Aria sottile, di Jon Krakauer

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Conoscevo Krakauer per Into the wild, ma è stato un tweet di Tombolini comparso dal nulla sulla mia dash di Facebook a farmi scoprire i 96 libri che gli aspiranti scrittori dovrebbero leggere secondo Stephen King. Tra questi c'è anche Into the thin air.
In realtà è saggistica, una non-fiction, un resoconto del disastro della spedizione sull'Everest avvenuta nel 1996, a cui Krakauer ha preso parte in quanto giornalista, inviato dalla rivista Outside per scrivere un articolo. Il disastro ha visto la morte di alcuni membri della spedizione, e il resoconto di Krakauer getta luce sulle cause dell'evento, che lo ha psicologicamente destabilizzato, ma prima di allora, soprattutto per la prima metà dell'opera, è possibile seguire sia gli eventi della spedizione, sia apprendere aneddoti e informazioni sull'alpinismo, sull'alta quota, e via discorrendo.
Into the wild e Into the thin air sono stati pubblicati entrambi nel 1997. È evidente che hanno giocato coi titoli, ma non saprei dire quale dei due sia uscito per primo.
E a parte fare qualche ipotesi, non saprei dire nemmeno perché King lo annovera nella sua lista.
Di fatto, essendo una non-fiction, Aria sottile non avrebbe nulla da insegnare, riguardo alla prosa. E anche la narrazione di Krakauer non è particolarmente superlativa, visto che di fatto è in parte appiattita dalla forma cronachistica, e in parte dal numero di particolari utili più storicamente che narrativamente (i.e., l'evento disastroso ha creato una serie di nodi etici e legali relativamente alla responsabilità dei membri della spedizione nei confronti della morte o dei danni fisici dei compagni, di conseguenza personalmente ritengo che diversi tratti dell'opera, soprattutto nella seconda metà, siano più un'apologia di Krakauer che tenta di raccogliere tutti i fatti necessari a identificare vittime e colpevoli, ma al contempo mantiene un equilibrio politicamente corretto).
Non essendo un'opera di fiction, non posso fare come faccio di solito con i romanzi. Aria sottile è un'opera che illustra bene al profano l'alpinismo non tanto come sport quanto come filosofia; tuttavia, è impossibile non cogliere dilemmi e trarre riflessioni da quanto riportato. Per esempio, personalmente non riesco ad accettare l'idea che uno sport possieda un così alto rischio di morte: sebbene diversi sport siano pericolosi, l'Everest (e tutti gli "Ottomila") implica un insieme di fattori tali da far desistere qualsiasi persona sana di mente a intraprendere l'impresa (ipossia, congelamento, rischio di valanghe, rischio di caduta libera per migliaia di metri, rischio di perdere la strada e rimanere abbandonati alle forze della natura, difficoltà nelle comunicazioni, difficoltà/impossibilità di essere soccorsi... Ma l'opera è di quasi vent'anni fa, e credo - e spero - che le condizioni oggigiorno siano più sicure, col miglioramento della tecnologia e tutto il resto).
Ad ogni modo, posso immaginare che Stephen King riporti Into the thin air nella sua lista perché il resoconto sa essere suggestivo oltre che interessante e, sebbene dal punto di vista stilistico non abbia proprio granché da insegnare, né dal punto di vista narrativo, sicuramente sa intrattenere, e per uno scrittore questa è la cosa più importante.

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